Cosa avrei voluto sapere prima di iscrivermi ad architettura

In questo post troverai una serie di autentici consigli frutto dell'esperienza dell'autore. Un ex studente di architettura che condivide spassionatamente e sinceramente riflessioni e considerazioni per coloro che stanno per iscriversi ad architettura. Tra i vari argomenti trattati, si parla dei sacrifici richiesti, dell'importanza di sviluppare competenze specifiche come l'utilizzo di programmi di disegno così come altre abilità tecniche e teoriche. Ma anche delle diverse opportunità lavorative che una laurea in architettura può offrire. L'autore sottolinea che l'esperienza universitaria è solo una parte del processo di crescita e che la passione e l'impegno personale sono fondamentali per avere successo nel campo dell'architettura.

Se c’è una cosa che ho imparato negli anni dell’Università è che studiare architettura richiede tanti sacrifici. Al tempo stesso però è capace di trasmetterti tantissimo e di darti un senso di progettualità che poche altre facoltà sono in grado di fare.

Non tutti hanno una persona più grande – uno studente, un professore o un architetto – che sa spiegare a chi si sta per approcciare ad un ciclo di studi in Architettura cosa si dovrà aspettare.

Ho quindi deciso di scrivere questo post per condividere con te, chiunque tu sia, la mia esperienza. Non fraintendermi, non sono un maestro o un riferimento da seguire, ma solo un qualcuno che ha già fatto la strada che hai deciso o deciderai di intraprendere.

Questi sono solo consigli, avvertimenti, speranze e dubbi di un cammino da intraprendere.

*Piccola nota solo per dire che questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 2015. All’epoca su Archiobjects in inglese. Il testo è originale e venne scritto pochi mesi dopo la mia laurea in Architettura. Pertanto non preoccuparti se noti un tono differente dal resto del blog. Perché queste sono le parole di un ragazzino poco più che ventenne (il me di qualche anno fa) che però ci stava dai. Quindi lo lascio com’è.

1. Devi dire addio alla tua vecchia vita sociale

Conoscerai nuove persone, avrai modo di passare ore ed ore con loro e si creeranno dei rapporti unici, ma scordati di poter fare come i tuoi amici che hanno scelto di studiare altre nobilissime materie in cui nessuno viene costretto a produrre tonnellate di tavole e modellini. Puoi fare ancora peggio solo iscrivendoti a medicina.

2. Per essere un grande architetto devi proprio avercelo dentro

Non è saggio partire da zero all’età di 19anni! Se non hai già avuto esperienze nel campo (ad esempio genitori o parenti che fanno gli architetti) o se non hai una ferma passione fin da bambino – la quale ti ha portato negli anni della scuola superiore ad incominciare ad approfondire le innumerevoli materie (siano esse programmi di modellazione oppure storia) – per te sarà molto dura. La concorrenza è alta e le cose da sapere moltissime. Talvolta non si riesce a colmare il gap se si parte proprio da zero e si rischia di restare indietro per tutti e 5 gli anni se proprio non ci si impegna al 150%.

Uno dei tanti modi in cui puoi “recuperare” è quello di cibarti ogni giorno con ispirazione-progetti-ispirazione. Per farlo può esserti utile la lista dei migliori siti di informazione per l’architettura.

3. Ti verrà chiesto di sapere e studiare moltissimo

Grazie al cielo si pretende che un architetto debba sapere la statica, la sociologia, la psicologia, la grafica, la geometria, il disegno, almeno 5 programmi di grafica 2D e 3D, la storia, l’urbanistica, la modellistica, la tecnologia e (si spera) la sostenibilità. Meno male si, perché gli edifici hanno delle grandi responsabilità per la vita di tutti noi, ma sono cose che ti vengono chieste e che tu, per essere un bravo architetto, devi sapere.

La specializzazione, se verrà, verrà, ma per tutto questo ci sarà un esame e non potrai farne a meno. Questa se vogliamo è la parte più nobile dell’architettura.

4. L’Università ti dà il 50% (o meno), l’altro 50% te lo devi creare tu

Non sto parlando di opportunità lavorative o che altro, in questo post si parla di voler diventare gli architetti più bravi in circolazione. Quello che intendo è che la teoria e la pratica che t’insegneranno non basterà a farti uscire sicuro di te e dei tuoi mezzi se nel frattempo non ti sarai dato da fare. Sperimenta e approndisci le tematiche dell’architettura per conto tuo ogni volta che ne hai occasione. Mi raccomando applicati quanto più possibile, il pallone era il migliore amico di Holly e Benji, la matita e il mouse sono i tuoi.

5. Non ascoltare i professori. Impara ad usare i programmi di disegno (2D e 3D)

A meno che tu non sia un talento indescrivibile a mano libera, allora non dare retta neanche per un attimo a tutti quei dinosauri che borbottano dalla loro esperienza da primitivi che la matita è un’altra cosa… “Ora che si disegna tutti al PC non si è più capaci di pensare come una volta…” Ecc ecc. Fin dal primo giorno in cui metterai piede alla facoltà (se non sei già un esperto) dovrai cimentarti e imparare al meglio 2 o 3 programmi, e dovrai saper perlomeno usare quelli più utilizzati (in tutto non raggiungono i 10). Il mio consiglio personale è Rhinoceros, Revit e Autocad 2D, Photoshop alla perfezione e gli altri a seguire: Illustrator, Indesign, Archicad e altri che incrocerai. Questo è solo un mio consiglio, deciderai tu su cosa specializzarti, ma credimi.. Impara a conoscerli come se fossero le tue tasche, saranno uno strumento utilissimo per tutta l’Università e un biglietto da visita per il lavoro.

*Piccola nota da aggiungere postuma in questo caso: effettivamente la matita è utile. Un po’ di ragione i professori ce l’avevano. Impara quindi tutti i programmi che devi imparare, ma non buttarti mai sullo schermo se prima non hai disegnato, progettato e schizzato a mano libera. Prima di tutto le idee ricordatelo. E le idee nascono dalla matita.

6. È così tardi che è presto. Abituati a fare le notti

Il canto degli uccellini o le prime luci del mattino potrebbe diventare un incubo un giorno o l’altro per te. Se sarai bravo ne farai poche, se sarai come me ne farai un po’ di più, se sarai un matto le farai sempre. Non credo che esista un singolo studente di architettura che non abbia mai fatto una notte sveglio a disegnare.

Insomma, non si scherza. Le notti ci saranno veramente e alcune saranno veramente dure, ai limiti della sopportazione mentale e fisica. Spera solo di essere in un buon gruppo, altrimenti saranno momenti orribili.

7. Il weekend non è relax, è solo tempo prezioso per finire le tavole.

C’è questa cosa strana che durante il periodo di studi alla facoltà di architettura è come se i weekend scomparissero. Ora che mi sono laureato da circa un anno ho rincominciato ad apprezzarli, ma mentre studiavo era diventati essenzialmente un’estensione della settimana lavorativa.

È inutile gioire il venerdì, “thanks God it’s Friday” sarà solo uno dei tantissimi motivetti che ti faranno da colonna sonora alle tue ore di lavoro a computer – l’unica cosa che penserai sarà che finalmente avrai modo di dedicarti al tuo progetto per un’intera giornata.

8. Il portfolio è lo strumento più importante che avrai. Pensa fin da subito per lui

Fin dal primo giorno in cui metti piedi all’università, dovrai pensare a come realizzare il più bel portfolio che esiste in circolazione. Le occasioni in cui ne avrai bisogno si susseguiranno nel corso della tua carriera e tutte saranno caratterizzate dal “fallo in poco tempo”. Nel mondo dell’architettura il Portfolio è dannatamente importante, non sottovalutarlo. Ricordati che nella prima fase di selezione è ancora più importante del tuo carattere, del tuo impegno e della tua intelligenza.

9. Considera che spenderai gran parte dei tuoi risparmi per stampe e modellini

Credo che nessuno abbia mai fatto un conto totale, ma se qualsiasi studente di architettura dovesse tenere conto dei soldi spesi nelle varie stamperie e nei vari negozi di materiali per modelli – davvero qualsiasi – credo che arriverebbe facile a superare un numero a quattro cifre nell’arco dei cinque anni. Grazie al cielo esistono i gruppi di lavoro. Sfortunatamente esistono anche professori che chiedono tavole su tavole e modelli su modelli.

10. “Non posso devo lavorare” cit.

Se mi fossi segnato il numero di volte che ho detto questa frase ai miei amici o anche alla mia ragazza negli ultimi 5 anni, credo che supererebbe le quattro cifre ancora una volta. Architettura è sacrificio.

11. Se l’Architettura fosse uno sport, sarebbe la pallanuoto

Ho giocato a pallanuoto per oltre 10 anni. Abbastanza tempo per capire che è uno degli sport più assurdi e stancanti al mondo. Stancante è facilmente immaginabile anche da chi non lo ha mai praticato; assurdo perché richiede sforzi ingenti anche solo per rimanere a galla. E qui il paragone con l’architettura, dove ti saranno chiesti molti sacrifici e ore di lavoro solo per fare il minimo indispensabile. Poi arriva tutto il resto.

12. Laurearsi in Architettura non significa per forza diventare architetto

È anche giusto avere bene in mente questo. Al momento che scrivo questo post sono passati diversi mesi dalla mia laurea ed io non ho ancora inviato un cv a nessuno studio di architettura. Per ora sto cercando nuove strade. L’architettura ti può dare tantissimo e anche se non sembra ti permette di scegliere moltissime strade in cui specializzarti. Potrai diventare un tecnico, un critico, un sociologo, un urbanista, un paesaggista, un designer… O perché no? Un grandissimo architetto.

*Piccola nota aggiunta nel 2019 – Aggiungo questo commento sono passati più di 4 anni dalla mia laurea e ti posso confermare ogni singola parola di questo post e soprattutto questo punto. Ho trovato la mia strada in ciò che più mi appassionava anche all’epoca: la comunicazione dell’architettura. Quindi segui le tue passioni e non sentirti in colpa se non farai il progettista da grande. In più, nel frattempo ho scritto questo post sul tema che potrebbe decisamente interessarti: “12 alternative al lavoro da architetto“]

13. Diventa esperto in sostenibilità

Questo a me non ha portato grandi vantaggi. Ma in futuro sarà (fortunatamente) un tema imprescindibile. Purtroppo (perlomeno in Italia) non siamo ancora* alla generazione illuminata di architetti che guardano alla sostenibilità ambientale nello stesso modo in cui guardano alle riviste architettoniche. Ma per tutti sarebbe una cosa migliore.

*A proposito di consigli, non posso non citare e mostrare una piccola pubblicazione che ho fatto recentemente. Il tema è proprio lo stesso, si tratta di consigli (nell’ambito dell’università, del lavoro e del freelancing) dedicati proprio ai giovani architetti/e. Se sei inteteressato/a allora puoi trovare il libro su Amazon al minor prezzo consentito oppure anche gratuitamente in digitale.

Pubblicazione “Consigli in pillole per giovani architetti/e“, disponibile nello shop di Mfa (anche gratuitamente)


Ricordo che questo post è stato scritto nel 2015. Mentre queste note in corsivo sono successive.

Beh, se mi avessero fatto leggere questo post, forse non mi sarei iscritto alla facoltà di architettura, o forse avrei cercato di far tesoro di ogni consiglio diretto o indiretto che giace in queste righe. Se non l’avessi fatto però tu non staresti leggendo questo articolo, e quindi meglio così. Ti auguro tutta la saggezza di cui hai bisogno per compiere una scelta importante, ma non definitiva ricordatelo!

Se sei un veterano e hai qualche suggerimento per questo post non esitare a commentare! Se invece hai bisogno di qualche consiglio in più perché sei prossimo all’Università, fammi tutte le domande che vuoi!

Se invece sei alla ricerca di qualche consiglio più concreto per come affrontare al meglio l’università di architettura, allora ti consiglio vivamente quest’altro mio post. 

Scopri le risorse dallo Shop di Mfa

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