Come imparare a scrivere di architettura

Questo articolo si immerge nel mondo della scrittura in architettura, riflettendo su come grandi architetti del passato abbiano usato anche le parole per portare avanti le proprie idee. L'articolo propone una riflessione sull'importanza della scrittura nel processo di comunicazione delle idee, nella consapevolezza del ruolo che l'arte della parola scritta può svolgere nell'apertura di nuovi orizzonti culturali.

Può il saper scrivere di Architettura far diventare degli architetti migliori? Secondo me sì. Basta guardarsi indietro nella storia dell’architettura. Molti grandi architetti sono stati in grado di lasciare scritti che hanno cambiato la storia del progetto e non solo. Essi hanno saputo tradurre il loro pensiero su carta per persuadere – arricchendo culturalmente – contemporanei e posteri.

Il saper scrivere di architettura non è una condizione necessaria per essere bravi progettisti, né tantomeno condizione sufficiente – però potrebbe avvantaggiare per una serie di motivi, primo tra tutti il saper comunicare al meglio le proprie idee. Riuscendo così a farsi ascoltare e apprezzare.

“Fino all’età di trent’anni, sono stato considerato come un letterato e non come un architetto; questo per qualcuno, avrebbe potuto apparire come un’offesa, ma per me era un complimento”

Aldo Rossi

Oggi, salvo qualche caso isolato, la qualità dei testi e l’abilità nella scrittura sembrano purtroppo essere calate drasticamente rispetto al secolo scorso.

Non siamo più abituati – e mi ci metto anche io – ad usare mano e penna. Se è vero che consiglio di imparare ad usare i programmi, è anche vero che ritengo che il collegamento mano cervello è unico e non può essere replicato se ci si mette di mezzo una macchina.

Fare Storytelling

Oggi i programmi di grafica e editing di testi fanno sembrare tutti i testi belli. Talvolta, siamo ormai abituati a concepire i contenuti testuali come un riempitivo nelle brochure. Talvolta. Questo non ha fatto altro che abbassare la qualità degli scritti e la considerazione che abbiamo nei loro confronti. Un circolo vizioso che tende verso il basso.

Il potere della scrittura però non è da sottovalutare. Se leggerai questo articolo ti spiegherò come riuscire a scrivere bene. Capiremo quanta strada potrà farti fare un buon testo.

“Più che una rinuncia alla professione, o una compensazione al mancato esercizio della professione, la scrittura sembra invece far parte dell’esercizio del progetto”

Raffaella Poletti in Comunità Italia

Raffaella Poletti in Comunità Italia

Siamo nati per raccontare storie e per sentircele raccontare.

Come strutturare un testo

Dal momento che non posso aiutarti nell’elaborazione del tuo pensiero architettonico, concentro miei sforzi nel descriverti un metodo per scrivere di architettura al meglio. Non si parlerà di veri e propri libri, ma piuttosto di post, articoli, brevi saggi o relazioni progettuali.

Partendo dalla divisione del testo in più parti, ti spiegherò per ciascuna di esse quali sono le migliori pratiche e come ottenere il massimo. Questo è il metodo che utilizzo anche io. Ovviamente non è l’unico metodo e ovviamente può anche essere solo uno spunto o una ispirazione.

Come sempre, il mio consiglio è quello di capire qual è la strada migliore per te, far tesoro dei consigli, analizzarli, sintetizzarli e infine trovare il tuo metodo. Considera che questo approccio alla scrittura potrebbe benissimo essere usato anche in altri campi, non solo nell’architettura.

Partiamo.

Fai una scaletta

La prima cosa che ti consiglio di fare è quella di buttare giù una scaletta dei contenuti. Significa prendere un foglio bianco e scrivere una dopo l’altra tutte le idee che ti vengono in mente sull’argomento. Una volta che le avrai più chiare, potrai metterle in ordine, specificare la tua tesi e capire di cosa il lettore ha bisogno. In questa fase potrà essere necessaria anche una parte di ricerca se vedi che nel tuo testo manca qualcosa o se ritieni sia utile specificare qualcos’altro. Una volta che avrai fatto la scaletta, tutto il resto sarà in discesa e non avrai nemmeno più problemi a superare il famoso “blocco dello scrittore”.

Iniziare a scrivere

Fai delle ricerche se necessario

Avendo chiara la tua mappa delle idee, capirai quali ricerche fare e dove concentrarti maggiormente. Non è necessario leggere qualsiasi testo sull’argomento di cui stai scrivendo. Sarebbe bello, ma non c’è tempo. Leggi solo quello che serve a te e ai tuoi futuri lettori.

Il titolo giusto

Come vedrai in uno dei punti seguenti, la scelta del titolo può anche essere lasciata come ultima cosa. Ciò che non può essere lasciato indietro è la scaletta.

Il titolo deve annunciare ai lettori cosa aspettarsi. Quali informazioni o quale valore aggiunto otterranno nel leggere il tuo testo?

Molte persone non fanno caso al titolo quando scrivono articoli o testi in generale. In verità questo è un grosso errore perché è probabilmente l’aspetto più importante. Quello che determina se il tuo testo verrà letto da un buon numero di persone piuttosto che da poche persone.

Per concepire un buon titolo non serve essere esperti scrittori. Certo, l’esperienza aiuta, ma l’esercizio migliore che potresti fare è quello di chiedere a te stesso quali sono i titoli che preferisci.

Sono quelli criptici, lunghi, poco comprensibili e scontati? Oppure sono quelli chiari e semplici, brevi al punto giusto, che ti lasciano un po’ di curiosità e che ti fanno già capire di cosa si parlerà? Per aiutarti osserva il mondo. Che sia una rivista, un sito Internet, un quotidiano. Il mondo è pieno zeppo di titoli a cui ispirarsi.

La prima parte del testo

Un buon inizio dovrebbe contenere un invito a proseguire la lettura. Quindi una vera e propria esortazione attraverso l’annuncio della direzione che il racconto prenderà. Questo è il momento in cui il lettore (legittimamente) si sta chiedendo se vale la pena spendere il suo tempo e le sue energie a leggere il tuo testo. Qui devi rispondere ai suoi dubbi “vale la pena perché imparerai questo, conoscerai questo, sarai quindi in grado di fare, capire etc”.

Dopo l’introduzione

La fase immediatamente successiva all’introduzione, una volta convinto il lettore a proseguire, è quella di fornirgli tutte le informazioni e il background necessarie per fargli apprezzare/capire quello che stai per dire nel tuo articolo. In questa parte dovrei definire tutte le informazioni al contorno che possono essere utili o interessanti al contenuto vero e proprio. Spesso è in questa fase che è necessaria la ricerca, ma è proprio qui che puoi dimostrare la validità della tua tesi e del tuo contenuto, portando a conoscenza del contesto e della ragione da cui essa è generata.

Stai attento a non andare fuori tema e a non esagerare con la lunghezza del testo.

Il contenuto vero e proprio

Esprimi il vero contenuto. Per questa sezione non c’è una vera e propria formula per come strutturare il testo. Tutto dipende da quello che vuoi dire, dall’argomento, e anche dal contesto in cui lo stai scrivendo. In ogni caso questa è la parte centrale, il fuoco dove devi esprimere i concetti più importanti. Basta con introduzioni e premesse, qui bisogna andare dritti al punto.

Verso la conclusione

Prima della conclusione offri al lettore una sorta di breve riassunto per punti di quello che vi siete appena raccontati. Questo farà in modo di lasciargli un ricordo più vivido e di ricapitolare il contenuto nel caso si fosse perso qualche concetto.

Per la vera e propria parte conclusiva cerca invece di invitare il lettore a compiere una determinata azione. Che sia una riflessione, un commento o il cliccare su un altro contenuto di approfondimento. Cerca di coinvolgerlo ulteriormente e di proseguire la conversazione in modo ideale anche dopo l’ultima riga. Questo vale soprattutto per i blog e gli articoli online. Nel caso di relazioni, saggi o libri, una delle cose migliori da fare è finire il testo rimarcando il concetto o l’idea chiave che sta alla base del tuo scritto.

Altri consigli da tenere in considerazione per scrivere di Architettura

  • Non è necessario partire proprio dall’inizio. Inizia dal punto che ti risulta più facile e poi costruisci il resto. Pensa a Michelangelo quando scolpiva il David. Per realizzare quel capolavoro alto più di 5 metri, egli non si è obbligato a partire dai piedi per poi arrivare in ordine fino alla testa. Ha invece cominciato dal punto che riteneva più opportuno e da lì ha plasmato tutto il resto.
  • Cerca di rendere armonici i passaggi tra un paragrafo e l’altro, così come tra una sezione e l’altra. Se proprio non c’è modo, aiutati con le immagini. Spesso sono un’ottima pausa per il lettore.
  • Prima di scrivere qualcosa, devi avere qualcosa da dire.
  • Pensa a chi stai scrivendo. Nella maggior parte dei casi a te stesso va bene, ma se non fosse così tieni a mente i tuoi futuri lettori.
  • Non cercare di assomigliare a qualcun altro, trova il tuo stile spontaneamente. L’autenticità e l’originalità è apprezzata più di ogni altra cosa.
  • Questo metodo di cui abbiamo appena parlato è solo una linea guida. Una volta che avrai imparato il principio generale, sarai libero di plasmarlo a seconda delle necessità. Come, per esempio, ho fatto io in questo articolo senza neanche accorgermene.
  • Cerca di essere imparziale. Puoi dire la tua, ma fallo sempre sapendo quel che dici e potendolo dimostrare. Non dire “è bellissimo” e poi nel commento, quando ti chiedono perché è bellissimo, tu rispondi “è bellissimo perché è bello ciò che piace e ognuno è libero di dire quello che vuole…”. Non siamo al bar, è giusto fornire contenuti.
  • Nella critica di architettura, come in qualsiasi altra recensione, puoi quindi non essere d’accordo con l’architetto di cui stai parlando, ma sarebbe un errore condannarlo tenendo in considerazione solo fattori assoluti. Cerca di capire anche il contesto relativo. Che sia storico o di luogo, di tempi etc. Cerca di capire che magari alcune scelte sono state fatte per rispondere a delle esigenze o particolari richieste della committenza o delle istituzioni. Non focalizzarti sul solo “oggetto artistico”. Non sarebbe giusto.

Esempi di grandi architetti che si sono fatti conoscere e sono diventati grandi anche grazie ai loro scritti

Vitruvio, De Architectura

Le Corbiser, Verso un’architettura

Aldo Rossi, L’architettura della città

Rem Koolhaas, Delirious New York

Adolf Loos, Parole nel vuoto

Robert Venturi, Learning From Las Vegas

Libri di architettura

Ce ne sono molti e molti altri. Qui, per esempio, c’è un altro mio post in cui ti consiglio tutti i libri di architettura che un architetto dovrebbe leggere.

Spero che questo articolo su come imparare a scrivere di architettura possa essere per te una guida da cui partire da prendere come riferimento.

Saper scrivere di architettura potrà tornarti utile in numerose occasioni. Sia negli aspetti di Digital PR, per far pubblicare i tuoi progetti e raccontarli al meglio, sia quando cerchi di spiegare il tuo metodo progettuale o le idee che stanno alla base dei tuoi progetti. Idee che possono conquistare clienti, lettori, collaboratori, e chiunque sì è interessato a ciò che scrivi.

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